28 giugno 2007

Strana gente, i farmacisti

Lasciamo stare le motivazioni economiche per le quali i farmacisti si oppongono alla parziale liberalizzazione ipotizzata dal governo. Sappiamo tutti che sarebbe solo un bene per i cittadini, e certamente un danno economico per i farmacisti (o, più precisamente: un minor guadagno).

E' comprensibile che non siano entusiasti della proposta, ma da qui a sproloquiare nelle più demagogiche ipocrisie...
Una rappresentante della categoria ha esclamato (quasi letteralmente):

"I bambini, pensiamo ai bambini! (...) Per la salute dei cittadini, dobbiamo evitare questa liberalizzazione!"
Un paio di obiezioni: innanzitutto, la proposta di legge prevede un equivalente del farmacista (uno che non ha bisogno di una umiliante gavetta presso preesistenti farmacisti) davanti al bancone: quindi, sì alle aspririne al supermercato, ma solo sotto controllo.

In secondo luogo, diciamo la verità: se i farmacisti si fossero mai interessati della salute dei cittadini, avrebbero venduto tonnellate di farmaci potenzialmente pericolosi senza obbligo di presentare ricetta medica? Quante volte in farmacia non chiedono la ricetta per farmaci che invece la richiederebbero, come potenti antinfiammatori, sonniferi e soprattutto antibiotici? Principi attivi pericolosi come il nimesulide sono diventati acqua fresca per milioni di utilizzatori in tutto il mondo. La vendita e l'utilizzo di antibiotici senza controllo è l'incubo di patologi e ricercatori: è grazie a questo che ceppi antibiotico-resistenti di molte malattie stanno proliferando; i più pessimisti ritengono che sarà addirittura la rovina dell'umanità. E allora, diciamo la verità, cari farmacisti: che siate dispiaciuti perché ve ne verrà un o evutile in meno, è comprensibile. Ma, per carità, non tirate in ballo la salute dei consumatori, perchè finora ve ne siete semplicemente sbattutti.

Ma dove sono finiti i giornalisti capaci di fare domande pungenti? Dove? Possibile che lasciamo sproloquiare questa gente davanti a milioni di spettatori?

Due parole anche per la geniale farmacista che, per protesta, ha pensato di vendere salumi in farmacia.
Cara dottoressa, si guardi intorno: sono decenni che i negozi vengono articoli di diversi generi. Mai stata in un ipermercato che vende chiodi e vernici alla stessa stregua di pane e salumi? Non mi sembra che i fabbri abbiano protestato, per questo. La sua protesta non ha né capo né coda. Punto.

Infine: bella mossa lo sciopero. Proprio vi importa della salute dei cittadini, eh? Da che mondo e mondo lo sciopero è pagato dai lavoratori col proprio stipendio. Voi sapete benissimo che i consumatori non eviteranno di comprare medicinali perchè alcune farmacie sono chiuse; ripiegheranno su quelle di turno, aperte - appunto - a turni. Dunque, ogni farmacia nel giorno di turno recupera in breve ciò che ha perduto per lo sciopero. Disagi ai cittadini e nessuna perdita; mossa davvero furba, complimenti.

"Cari" farmacisti, non nascondete un disagio comprensibile dietro motivazioni assurde; è solo un consiglio, perché al momento state passando per stupidi.

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