28 giugno 2007

La vita e i voti

Vedo al telegiornale una madre in lacrime per la morte del proprio figlio. È straziante, e partecipo al suo dolore sinceramente; ma la genuinità del mio essere solidale comincia ad affievolirsi quando giunge alle mie orecchie una frase che risveglia i la mia razionalità dormiente:

"Albanesi ubriachi... Mandateli via tutti... Mio figlio non beveva, non fumava, non si drogava..."
[inquadratura della pagella]
"Guardate i suoi voti: 8, 8, 9, 10, 8, 8, 8..."
Stupidi xenofobismi a parte, se fossi stato nella giornalista l'avrei interrotta con un:
"E allora? Ma cosa crede, lei, che sia una tragedia perché suo figlio era bravo? Chi fuma o non ha quei voti a scuola meriterebbe di vivere meno di lui, forse?"
Ma si sa, ormai i giornalisti vanno sul moderato. E non lo dico perhé sento le mie capacità offese, in quanto anche io faccio parte del club dei "bravi ragazzi". La vita spezzata di un giovane mi addolora; ma di qualunque giovane, non solo di uno bravo.

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